Ma Catena con gli occhi fissi davanti a sé non si voleva persuadere a restar sola con la piccola faccia olivastra abbuiata di passione e di paura, pensava di seguire il marito. In quella grigia serata di San Michele, i vecchi pensarono che questo tempo era venuto anche per Mariano. Ma l’America, diceva la gna’ Maria, è un tarlo che rode, una malattia che s’attacca come viene il tempo che uno si deve comprare la valigia, non c’è niente che lo tenga. Quel che avevano fatto per trattenerlo, per levargli il pensiero della Mèrica, non si rammentava più.Īveva voluto il mulo e ssù ‘Nntoni glie l’aveva comprato mamma Vita gli aveva cucito un altro vestito di velluto e Catena non aveva saputo che dirgli per tenerselo legato. E Mariano aveva un poderetto che dava pane e olio, un poderetto zappato e lavorato come un giardino, e la moglie giovane, bellina, dolce come il miele. E i meglio giovani del paese andavano a lavorare in quella terra incantata che se li tirava come una mala femmina. Pure ognuno possedeva un pezzo di terra, una quota, la casa, pure ognuno partiva.
La Varvarissa restava giovane giovane senza marito con una creatura al petto e poi partiva il figlio unico di mastro Antonino, e Ciccio Spiga, e il marito di Maruzza la biondina… Chi poteva contarli? Partivan tutti e nelle case in lutto le donne restavano a piangere. La gna’ Maria, quella vecchia dalla testa bianca e arruffata come una conocchia, gridava davanti all’uscio la sua pena senza curarsi che la sentissero, gridava i nomi de’ suoi due figlioli maledicendo l’America con tutta l’anima, con le mani alzate. Pareva la guerra e come quando c’è la guerra, le mogli restavan senza marito e le mamme senza figlioli. Tutti partivano, nel quartiere dell’Amarelli non c’era casa che non piangesse. Poi salì anche il vecchio egli sapeva la trista decisione del figlio e andò a mettersi sulla scala senza parlare. Catena, col bimbo addormentato sulle ginocchia, guardava, senza vedere, davanti a sé co’ grandi occhi neri appassionati e dolorosi. Mamma Vita restava immobile come se non capisse poi si piegò sulla cassapanca coprendosi la faccia tra le mani. Vedi se è possibile che una come Catena debba partire. E costei mi sta martoriando col suo lagno. – Faccio quel che fanno tutti nell’Amarelli. Quando si bisticciavano essa non parlava mai, per prudenza ma come li vide accesi e sentì nominar l’America, le parve che le attanagliassero il cuore e mormorò:Įra curva sull’uscio, nera e piccina, con una manciata di fieno nel grembiule sollevato, e Mariano a vedersi guardato da quegli occhi chiari sgomenti, si chetò e disse: Mamma Vita, risalendo dalla stalla, li trovò a leticare. Mariano buttò la vanga in un canto rabbiosamente, bestemmiando Catena, con le labbra pallide, scrollava la testa ripetendo: – Ci son riusciti, i birbanti, a ficcartelo in testa! Ma se proprio ci vuoi andare pensa ch’io non mi son maritata per restar né vedova né ragazza dopo un anno di matrimonio! Catena, che allattava il bimbo, si fece pallida come una morta, e rispose: Mariano lo disse la sera di San Michele tornando da Baronia col vecchio padre. Un ciarmulizzu, e nomi, e vuci, e chianti: